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Mamma che buoni i mostaccioli di Natale, ma chi li ha inventati? In pochi conoscono la loro vera storia

Tutti li amano, in molti rivendicano la vera origine, ma in pochi conoscono la loro storia: dove sono stati inventati i mostaccioli.

Se c’è un dolce dalle mille forme e dal passato incerto, questo è sicuramente il mostacciolo. Tutti lo fanno e ognuno vuole i suoi diritti d’autore: partendo dalla Puglia, salendo per la Campania e piazzandosi al nord. A cambiare è la forma, la consistenza e persino il colore. Una cosa che li rende unici? Quell’inconfondibile sapore speziato che si sposa benissimo con le festività natalizia.

Mamma che buoni i mostaccioli di Natale, ma chi li ha inventati? In pochi conoscono la loro vera storia – osteriagattobianco.it

Senza parlare del fatto che questi dolci hanno un solo nome, ma tante declinazioni: in Lombardia ci sono i mostazzit, tipici del varesotto e del ticinese, mentre in Sardegna, possiamo chiamarli mustazzolos, di Oristano, caratterizzati dalla lunga lievitazione che un tempo durava fino a due settimane, e che oggi si è ridotta a circa due giorni.

Eppure questi mustaccioli da qualche parte devono essere pur nati? Come il pandolce per Genova e le sfogliatelle per Napoli, è possibile che i mostaccioli non abbiano una famiglia d’origine?

Dove nascono davvero i mostaccioli: la verità che in pochi conoscono

I mostaccioli, dolci dalle mille varianti, sono una vera tradizione italiana che affonda le radici in tempi antichi. Si narra che la preparazione debba iniziare già dal 8 dicembre, in occasione dell’immacolata. Nonostante siano un simbolo del Natale in tutto il Paese, la loro storia è meno chiara di quanto si pensi.

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Già nell’antica Roma, nel De Agricultura di Catone, si trovano tracce di dolci simili ai mostaccioli, chiamati mustacei, preparati con farina, mosto e anice. Questi piccoli dolcetti hanno subito un’evoluzione nel corso dei secoli, cambiando forma e ingredienti, fino a diventare quelli che conosciamo oggi.

Nel Cinquecento, i mostaccioli furono descritti dal cuoco dei papi Bartolomeo Scappi, che li definiva ‘piccoli pasticci secchi’, suggerendo che fossero serviti come antipasto o in apertura di banchetto. Ad oggi la versione napoletana, con il suo caratteristico aspetto romboidale e la glassa al cioccolato, è senza dubbio la più conosciuta. Tuttavia, ogni regione ha sviluppato la propria variante, arricchendola con ingredienti locali.

In Campania, per esempio, i mostaccioli sono croccanti e duri, arricchiti da un mix di spezie conosciuto come pisto, che conferisce al dolce il suo aroma inconfondibile. In Puglia, invece, viene utilizzato il vincotto, un decotto di fichi, mentre in Sardegna, i mustazzolos sardi, soprattutto quelli di Oristano, si distinguono per la lunga lievitazione di anni fa e la sua consistenza unica che si mantiene nel tempo.

Anche in Calabria, i mostaccioli sono tipici, con una consistenza compatta e decorazioni intagliate. In Abruzzo e Umbria, le versioni locali variavano a seconda del periodo dell’anno, e in alcune varianti, il cioccolato e il pisto non erano nemmeno utilizzati.

Insomma, sebbene le origini precise dei mostaccioli siano difficili da tracciare, è chiaro che tutta Italia ha messo il proprio zampino in questa tradizione dolciaria.

Daniela Guglielmi

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